Forse è solo un’impressione, ma da qualche giorno le strade sembrano riempirsi di vuoti. Vuota è la fetta di marciapiede a pochi passi dal semaforo, dove ogni mattina una donna sedeva e neanche chiedeva, l’elemosina, perché in molte, donne del quartiere, sempre le abbiamo lasciato qualche moneta. Qualcuna spesso fermandosi, a scambiare due parole, a chiederle della sua bambina. Ad ascoltare le sue parole, le piccole bugie, anche. E sono sempre state le più anziane, le più dimesse anche, a preoccuparsi di portarle qualcosa, da mangiare, magari d’estate da dissetarsi, perché meno stanco passasse il tempo, seduta su quel marciapiede. Pratiche quotidiane d’umanità. Poi nel pomeriggio scompariva, lasciando il posto a qualcun altro, un’altra, in genere, che andava a occupare il margine opposto del marciapiede. Anche quel lato è vuoto. Torneranno? Domani? Dopodomani? O quanto dopo ancora? Chi mi dirà più, in cambio di un piccolo gesto, “ti accompagni la Madonna”? E dove sono andate? A nascondersi, forse? A nascondersi, forse. Se è tempo di “tolleranza zero”. Se siamo convinti che saremo tutti più tranquilli, più salvi e più puliti, sgombrando i campi rom, ad esempio. Il nuovo sindaco assicura di chiudere quelli illegali (una sessantina), eliminare gli abusivi, dice, e spostare fuori dal centro i regolari. Comunque lontano dagli occhi, per non infastidire le nostre belle piazze…
Il vuoto si affolla di domande. E dove andranno? in quali “case”? avranno “case”? e come vi verranno “accompagnati”? e i bambini? e le donne? e quale rispetto dei diritti umani?
Quale terra di nessuno li inghiottirà?