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    Donne di carta

    Donne di carta. Pagine di libri. Che si schiudono e ad alta voce si pronunciano. Raccontandosi e raccontando. Cosi’ il libro diventa corpo. Diventa carne e sangue che scorre nella parola viva. Io sono… La signora delle Camelie, Alexandre Dumas, ad esempio… Io sono… Danubio, Claudio Magris…Io sono… La Costituzione Italiana... Si presentano, prima di pronunciarsi, le donne di carta. Chi sono? Persone. Che imparano a memoria brani di libri, per poi andarli a raccontare a chiunque voglia godere del piacere di ascoltare. Pagine, che hanno scelto di imparare per conservare dentro di se’. Perche’ un libro e’ al sicuro solo dentro di noi. Parola di Sandra Giuliani, direttrice della casa editrice “Il caso e il Vento”. Che ha fondato in Italia l’associazione delle Donne di carta. I libri, al sicuro solo dentro di noi. Ricordate? Fahreneiht 451, il romanzo di Ray Bradbury. Il racconto di un mondo allora solo (?) futuribile, dove era da punire chiunque si fosse macchiato del reato di lettura. E dove i libri erano da bruciare. In quel mondo allora immaginario tutti i cittadini dovevano rispettare la legge, che stabiliva che per informarsi e istruirsi era necessaria e sufficiente la televisione. Via, via, tutti gli altri, inutili mezzi di comunicazione. La televisione che, sola, poteva stabilire cio’ che era giusto e cio’ che era sbagliato. Un’ossessione. Rotta dall’incontro con un gruppo di uomini, fuggiti da quel mondo, che, sulla riva di un fiume, tramandano memorie letterarie. Loro che, per salvare i libri, li avevano tutti imparati a memoria… 

    E anche a noi puo’ capitare la sorprendente avventura di incontrare questo tesoro che sono le Donne di carta del nostro tempo. In una sera d’estate, a Roma, ai piedi di Castel Sant’Angelo, ad esempio. Dove le donne di carta arrivano, discrete. Si accoccolano ai piedi di un palco, si schiudono… E pagine di libri diventano voci. Dal palco. Ma poi una voce improvvisa arriva alle spalle. Poi un’altra  spunta a destra, un’altra piu’ indietro, a sinistra. E una e un’altra ancora duettano fra la gente.  I libri parlano, quando e dove meno te lo aspetti. Compongono frammenti. Di un discorso, amoroso. Perche’ bisogna davvero amarli, per divenirne la voce, e cosi’ farne e farsi dono per chi ascolta… Un bel regalo, che certo va ricambiato. Il microfono passa al pubblico. Perche’ le donne libro non si accontentano di essere diventate libro loro stesse. Vogliono che ciascuno di noi che le ha ascoltate, provi a sua volta a ricordare, e raccontare… E il pubblico risponde. Qualcuno e’ incerto, timido, ma tutti hanno almeno un titolo da pronunciare, qualcuno addirittura piu’ di una strofa, passi di poesie… per scoprire che non e’ facile, ma quanto e’ dolce, far riemergere, per donarle, le parole un tempo lette e che ora abbiamo (certo, tutti ne abbiamo) conservate dentro di noi.

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