Ecco, Il ratto di Proserpina, di Bernini, ripreso a carboncino da Mario, Mario Spada mio marito… Bel tratto, bel disegno, e farà parte, insieme a tanti altri, di “Roma barocca in punta di penna”, il libro che presto verrà (ed.Iacobelli)…
Ma permettetemi a questo punto una notarella personale. Non se ne abbia a male Mario, il marito…
Dunque. Mentre era alle prese con i suoi disegni, un giorno mi arriva trionfante: “Guarda, la trilogia dell’Amore!”. E mi mette sotto gli occhi tre cartoncini.
Allungo il collo sorridente, e.. acc! Sobbalzo! “Trilogia dell’Amore?!? E quale amore?”
E guardo e riguardo le tre figure, belle certo, Bernini… e che gli vuoi dire… ma proprio simboli dell’amore… Già perché i tre disegni riguardano:
1) Apollo e Dafne… lei, sapete, che si trasforma in albero pur di non cedere alle bramosie del dio che è lì lì per violentarla.
2) Il ratto di Proserpina, appunto, la figlia di Demetra rapita dal dio degli Inferi che, volente o nolente vuole farla sua… e non so se ricordate la storia… il momento del rapimento è cosa che fa tremar la terra…
3) L’estasi di santa Teresa, transverberazione, leggo, per essere precisi, e cioè “la trafittura del cuore con un darlo o una lancia effettuata da parte di un angelo come segno di predilezione del Signore”… e andrà pure in estasi la santa, ma non posso non vedere il dolore e il sangue di quella trafittura…
Beh, non sono una femminista, mai lo sono stata (in senso stretto intendo), ma la storia dell’ultimo secolo non penso sia passata invano neppure per me. Quindi mi inalbero!
“E ti pare amore questo?”.
“Ma come!?… non vedi la forza, la passione, la bellezza dei corpi, la plasticità della carne su cui premono le dita…”
La bellezza la vedo anch’io, certo, e una certa attrazione per la “forza” in qualche modo l’ho avuta anch’io e magari ho sognato anch’io di essere rapita da un bel dio/principe (mi piacciono le fiabe che anche un certo femminismo vorrebbe cassare…)… Ma proprio non mi riesce di leggere in queste figure il simbolo d’Amore… e che si intende per amore…
La discussione è durata un po’ e non c’è stato niente da fare. E sto parlando di un uomo dei più educati e gentili e rispettosi che abbia conosciuto… ma la considerazione finale dà da pensare: per quanto sottili, quanto sono profondi (tanto profondi da non averne consapevolezza) nell’uomo il senso di potere, di possesso, il piacere della forza un po’ bruta…
Meditate uomini, meditate…
Poi certo nel libro, in questa “Roma barocca in punta di penna” ci sono anche tante altre belle cose… immagini, pensieri e parole…ma vedrete… ne riparleremo