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    Il tredicesimo apostolo

    e a proposito di Pasolini e della sua tremenda vicenda giudiziaria, un ricordo e una riflessione di Vittorio Da Rios, che come sempre molto ringraziandolo accogliamno… Ascoltate

    “Francesca che sempre ringrazio con questo suo prezioso scritto che ci presenta questo “gioiello” dedicato a Pier Paolo Pasolini, mi ha fatto ricordare a riguardo di Pasolini due episodi che mi porto scalfiti profondamente nella mia memoria quanto nell’anima.

    Quando con un carissimo amico di ritorno dal disastro causato dal terremoto del Friuli: “Siamo stati tra i primi volontari a arrivare nei luoghi dove la distruzione e la morte che abbiamo visto era spaventosa”. Dopo una notte e un giorno ad operare sfiniti nel fisico e nella mente nonostante la nostra giovane età prendemmo la strada del ritorno. Non molti mesi primi era stato assassinato Pasolini e era stato sepolto a Casarza del Friuli, dove ora riposa assieme alla sua amatissima mamma. Andammo a renderli omaggio, ricordo che prendemmo da una bancarelle vicino al cimitero un mazzo di fiori prataioli e andammo a depositarli nel loculo cimiteriale dove era stato deposto il corpo martoriato del grande intellettuale. Anni dopo in una delle mie visite annuali a Pasolini era se non ricordo male il 2014 di una assolata tarda mattina di novembre, e in silenzio,riflettevo sulla sua straordinaria figura ai piedi della sua tomba, assai originale quanto ricca di simbologia. Mi venne spontaneo prendere il telefonino e chiamare a Napoli un grande Italiano Gerardo Marotta, che nel 1975 lo stesso anno dell’assassinio di Pier Paolo aveva fondato a Napoli quella che in pochi anni sarebbe diventata la più grande e prestigiosa Accademia al mondo nel creare alta cultura Filosofica-scientifica, L’Istituto Italiano per Gli Studi Filosofici, e che negli anni a venire Gerardo dedico al grande uomo di cultura quale è stato Pasolini diverse iniziative ad omaggiare la sua figura, e l’opera.

    Ricordo che gli dissi: Maestro sa dove mi trovo in questo preciso momento? Ai piedi della tomba di Pasolini. Rimase un attimo in silenzio un po sorpreso e poi mi disse: IL TREDICESIMO APOSTOLO! Ecco questa sua definizione è la sintesi di tutta l’esistenza e del suo essere poeta, narratore, romanziere saggista e polemista quanto cineasta, che profeticamente aveva intuito e denunciato la deriva, l’onda devastante causata dalle protesi tecnologiche: “Vedi la TV” nella trasformazione “Antropologica” causata nell’Ominide contemporaneo dalla messa in crisi se non totalmente cancellata della grande civiltà contadina dalla violenza e potenza devastante della cultura industriale e ora in piena era tecnologica quando della cultura artificiale.

    Stimolato da Francesca mi sono aggirato tra gli scaffali della biblioteca e ho ripreso in mano la prima edizione degli “scritti Corsari, “che conservo come una preziosa reliquia”, acquistato alla sua pubblicazione nel maggio del 1975 pochi mesi prima del suo assassinio. Come non riflettere su un suo scritto qui raccolto di straordinaria attualità, pubblicato il 14 novembre del 1974 sul Corriere della sera con il titolo ” Che cos’è questo golpe? ” Qui con il titolo: “ il romanzo delle stragi”… Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “Golpe” ( e che in realtà è una serie di “golpes” istituitesi a sistema di protezione del potere… Io so i nomi dei responsabili della stage di Milano del 12 dicembre del 1969… Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna del 1974… Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di ” golpes, sia i neofascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine , gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti… Io so i nomi che hanno gestito le differenti, anzi opposte fasi della tensione: una prima fase anticomunista” Milano 1969″, e una seconda fase antifascista “Brescia e Bologna 1974″… Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della CIA ” e i second’ordine dei colonnelli greci e della mafia” hanno prima creato ” del resto miseramente fallito”una crociata anticomunista, a tamponare il 1968, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della CIA si sono ricostruiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del referendum…Io so i nomi…

    E come non ricordare quel capolavoro a cui certamente molto hanno attinti gli autori del “libro bianco di Pasolini” Anche questo in prima edizione pubblicato nel 1977 sempre da Garzanti: Pasolini: “Cronaca Giudiziaria Persecuzione, Morte”… In un paese orribilmente sporco… Pier Paolo Pasolini. Con una bellissima apertura introduttiva di Laura Berti… Ricordo e so di un giorno molto lontano in cui, tra tanta gente di cui non ricordo e non so, entro nella mia casa un uomo pallido, tirato,chiuso in un dolore misterioso, antico, le labbra sottili sbarrate ad allontanare le parole, il sorriso; le mani pazienti d’artigiano. Sapeva di pane e di primula. Il pane era Il dolore la primula l’amore… Decisi di tuffarmi nella primula… Ricordo che e so che quell’uomo che era un uomo diventò il mio uomo…Come non considerare l’incontro sfociato in una Tavola rotonda che vi fu nel dicembre del 1969 tra Pasolini e Ernesto Balducci nella sede romana de “Il Giorno” promossa dal giornalista del quotidiano Giancarlo Zizola cui parteciparono oltre a Pasolini, Padre Ernesto Balducci e due sacerdoti: il sociologo don Silvano Burgalassi e don Salvatore Marsili oltre naturalmente a Zizola. Il testo integrale è stato pubblicato in seconda edizione nel 2020 la prima è del 2005 dalla fondazione Ernesto Balducci con sede a Fiesole Firenze.

    Anni fa su L’UNITA’ il 15 ottobre del 1985 a dieci anni dal suo assassinio riprendendo la conferenza con Pasolini del 1969 Balducci ne traccia un breve profilo dove ricorda impressioni quanto emozioni da lui provate negli incontri avuti con Pasolini. Narra Balducci come mai sia sia riuscito a “Ricomporre”in unità le impressioni che dai miei incontri avevo riportato di lui. Esse rimangono nella mia memoria l’una accanto all’altra, come segnali incoerenti di una sostanza umana che intuivo straordinariamente ricca, ma allo stesso tempo primordiale, nonostante la sua grande aderenza alla storia e il suo potente e spregiudicato uso della ragione. A volte era inerme, timido,spaesato come un seminarista e a volte scattava con fendenti razionali spropositati, troppo soddisfatti del proprio eccesso. E continua Balducci se lo abbiamo sentito vicino, è perchè nessuno come lui in realtà ha sofferto e goduto dello sfacelo della ragione, ne ha annusato, per cosi dire, i processi di decomposizione, perchè nessuno come lui sapeva abitare simultaneamente nel cuore della modernità e nel cuore dell’uomo preistorico… Quando Pasolini gli confidò l’intenzione di fare un fil su San Polo, Balducci a mo’ di battuta gli dissi che non ci sarebbe riuscito perchè il Vangelo era cristiano e Paolo era cattolico. E in quanto tale il Vangelo si muove nei grandi spazi dell’utopia e perciò sembra muoversi fuori dalla razionalità istituzionale.

    Ma il fuori del Vangelo è un “Oltre”, e il fuori di Pasolini è un “Prima”… Pasolini non era solo figlio di Medea , è anche un pronipote di Voltaire, e diremmo figlio di Marx e Gramsci. Come non ricordare le sue ceneri di Gramsci... La sua grandezza dal punto di vista morale è rileva Balducci il più adatto a comprenderne la sua arte, che vibrava come una lingua di fuoco, la coscienza. E anche questo è da mettere tra le cose straordinarie avute in eredità da Pasolini, in un tempo che avrebbe avuto bisogno di grandi e vigorose lezioni morali., ma non ha avuto maestri credibili. E per questo tutti noi li dobbiamo grande e infinita riconoscenza.”

    Vittorio Da Rios

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