Salerno chiama Berlino… le vie del cielo sono infinite… e guardate Daniela Morandini cosa sa leggervi…
“C’è un angelo sopra a Salerno che mi riporta ad un suo omologo tedesco, nato dall’obiettivo di Wim Wenders. Si chiama Damiel, dorme sulla Siegessaule, la Colonna della Vittoria di Berlino. Angelo laico col cappotto nero, studia in biblioteca, si commuove sulla Potsdamer Platz, prende l’autobus sul Ku’damm, si innamora dell’acrobata di un circo. Attraversa il Muro come se non ci fosse, perché, in quegli anni, quel Muro spaccava ancora l’Occidente.
E c’è un altro angelo nato a Salerno, disegnato su un muro che resiste vicino ad un arco. Non so come si chiami. Neanche la sua strada lo sa: solo “Vicolo dell’Angelo” c’è scritto sulla targa.
E’ un cherubino col costume da bagno verde, un po’ barocco, un po’ pagano e un po’ guaglione. Non dorme mai e si spinge tra le inferriate di una finestrella dipinta.
E visto che le luci sono ancora accese, magari è Benino, il pastore che dorme nel presepe, e che si è svegliato per viaggiare nella conoscenza. In ogni caso, il putto di Salerno si sporge sempre di più e per non precipitare infila un piede nella rete di un pescatore e lancia una barchetta di carta:
…tutto è allumato cumm’a miezjurno… c’è scritto.
Allora mi tornano in mente le parole dell’ angelo tedesco:
Quando il bambino era bambino, se ne andava
a braccia appese,
voleva che il ruscello fosse
un fiume
il fiume un torrente,
e questa pozza il mare.
Colori diversi, stesso cielo. Chissà dove si sono incontrati quei due…”
Daniela Morandini
La foto del murales di via dell’Angelo è di Isaura Fertitta