Continuando. Ripercorrendo. Quei giorni. Ancora ospitando Daniela.
16.12 berlin
Sabato scorso gli avevano regalato una scopa. Per buttare via la corruzione, l’ingiustizia, lo stalinismo.
Adesso Ghisy, il nuovo segretario della SED, dovra’ dimostrare quello che e’ riuscito a fare in sette giorni.
Il suo partito, il vecchio partito dell’Unita’ Socialista Ted esca, oggi dovrebbe cambiare nome, statuto, tutto.
I suoi duemilasettecento delegati hanno lavorato senza fermarsi mai.
Sul Neues Deuchland – l’organo della SED- escono le proposte per la trasparenza, di cittadini, di intellettuali, di politici. Mentre sulla Taz – quotidiano indipendente di Berlino Ovest- continua il concorso, lanciato per gioco, per cambiare il nome alla SED. E c’e’ gia’ chi,sorridendo, suggerisce di cambiare nome anche alle ferrovie dello stato… Primo premio, un week-end a Wendliz, il quartiere di lusso dei vecchi uomini del Comitato Centrale. Perche’ adesso quei vecchi leader sono tutti in carcere. E a Lipsia un altro arresto: ll capo della circoscrizione, Hopez. Si era comprato una villa con i soldi del partito. Tutti, intanto, chiedono calma. Calma chiede il primo ministro Modrow ai rappresentanti dei consigli circoscrizionali della DDR: e’ la prima condizione per le elezioni del 6 maggio. Calma chiede Lothar de Mazière, a nome dei Cristiano democratici della Germania Orientale. E calma chiedono anche all’Ovest. Dopo l’arresto di un gruppo di neonazisti, e la comparsa di orribili croci uncinate che, disegnate per strada con lo spruzzo nero, fanno paura.
Berlin 16.12.89
-Veleno per il socialismo, ecco cosa e’ stata l’ultima fase politica della SED, il vecchio partito comunista tedesco orientale- Sono parole di Gorbaciov ai membri del Congresso. Da Mosca un telegramma durissimo contro un gruppo di dirigenti fuorilegge. -Perche’ -continua il leader del Cremlino – la gerarchia ha bloccato il popolo, ma adesso e’ arrivato un temporale purificatore-.Al Congresso arrivano anche le parole scritte di uno dei vecchi dirigenti sotto accusa: Herik Honecker, l’ex segretario del partito, ora agli arresti domiciliari. Chiede scusa per non aver capito quello che stava succedendo. Si assume le responsabilita’ degli errori fatti. Ma rifiuta l’accusa di abuso di potere. Ma che si vada avanti, dice il vicepresidente Berghofer, e che questo Congresso non si trasformi in un tribunale del popolo.
dicembre 1989 Berlino. Appunti di Daniela Morandini