Riprendendo, gli appunti di viaggio. Dal Marocco. Esattamente venti giorni fa.
Venti giorni fa. Casablanca. E’ il gesto di un giovane uomo che ripiega il colletto della camicia di un vecchio. Mentre, sommessamente, gli dice qualcosa. L’uno più alto, l’altro più curvo, tutti e due in piedi, all’incrocio di due strade. IL giovane è affettuoso, quasi paterno. Il vecchio un pò sdrucito, appena un cenno sul labbro, per il sottile piacere, come di chi riceva carezza di madre. Che riassetta la camiciola al bambino, prima di vederlo avviarsi, sulla strada del suo giorno. Gesti e sguardi di gente gentile. Persone cortesi. Sorridono nel piacere, che si avverte vero e profondo, di incontrare, riconoscere e riconoscersi, fermarsi a scambiare parole. E per quel sorriso e per quelle parole, il mondo può aspettare. Hanno labbra bellissime, uomini e donne, dal disegno regolare, tumide, appena rigonfio, il labbro superiore. Labbra pronte a schiudersi nel sorriso… Venti giorni fa. Casablanca. E’ la scoperta della sequenza infinita di lustrascarpe, accucciati in terra, appoggiati a un muro, seduti sopra un basso sgabello, in attesa di passanti da invitare con un gesto, una parola soffiata, uno sguardo muto… è la sequenza infinita di lustrascarpe che perlustrano la città,strada per strada, bar dopo bar…, che si avvicinano discreti, e senza insistenza, a offrire il loro servizio, 5, 10 dirham per le tue scarpe sporche…, per la loro sopravvivenza di quel giorno… Casablanca. Sono i negozi di scarpe del centro, 500, 900, 1000 dirham, per le scarpe della nuova borghesia che avanza, senza guardarsi indietro, nel mondo fratto della globalizzazione…