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    Martina, la casa di Barbie e un avvocato dal cuore grande…

    Si dice che i bambini con un genitore in carcere sono bambini con un segreto nel cuore… un segreto pieno di piccole e grandi bugie, con le quali custodiscono il pensiero di questo loro padre assente perché “malato” o “in viaggio per lavoro”… un segreto pieno di vergogne, ché i bambini sapete, quando vanno a trovare i loro genitori prigionieri subiscono lo stesso trattamento degli adulti, le stesse estenuanti attese, gli stessi rigidi controlli… Pensate a quali feste, per loro, di questi giorni…
    Ma capita pure di incontrare persone dal cuore così grande che…
    Ecco vi voglio raccontare una storia davvero bella, accaduta lo scorso Natale, con la quale mi piace iniziare questo nuovo anno, perché è storia che riempie di tenerezza e dà nuova speranza. Quanta ne ha data, insieme ad un’immensa stupita gioia, a… chiamiamola Martina.
    Martina, così piccola che i suoi anni si contano sulle dita della mano. Un pugno di anni e un papà da chissà quanto dietro le sbarre.
    Ma anche a un papà dietro le sbarre si può mandare la letterina da inoltrare a Babbo Natale, anzi, chissà con quanta più trepidazione, con quanta più ansiosa attesa, si compilano le parole a cui affidare i propri desideri… E lei, Martina, quest’anno aveva chiesto di ricevere la Casa di Barbie, come immagino tante altre bambine della sua età, perché anche i figli delle persone in carcere hanno i sogni e i desideri di tutti gli altri bambini.
    E i padri, anche se chiusi dentro le mura di quell’assassino dei sogni che il carcere sa essere, farebbero di tutto per tenere vivi almeno i sogni dei propri figlioletti…
    Il papà di Martina, non potendo lui uscire (e chissà quanto gli sarebbe piaciuto) neanche il tempo di andare in un negozio per comprare quel regalo, ha chiesto al suo avvocato. Che gli facesse la cortesia di comprarlo lui, quel giocattolo di casa da affidare a Babbo Natale per la sua Martina…
    E l’avvocato s’impegna, ben contento di poter fare quel piccolo favore. Che fossero tutti questi gli incarichi…
    Ma la missione si rivela subito piuttosto complicata. Chi l’avrebbe detto che in tutta la città non c’è negozio che abbia una casa di Barbie. Lì come nelle città intorno… Cerca dappertutto, ma niente. Tutto esaurito. E anche a volerla ordinare via internet, scopre che arriverebbe troppo tardi. Inaccettabile un Babbo Natale che arrivi a metà gennaio!
    Certo, poteva fermarsi lì, e già fin troppo gentile era stato, l’avvocato. Non è cosa che rientri nelle sue competenze, far da Babbo Natale per i figli dei suoi assistiti. Ma lui è persona con un’anima grande, sa che i bambini non devono essere delusi… soprattutto, la piccola Martina non deve sentirsi diversa dagli altri, da chi ha vicino genitori che più facilmente possono esaudire i loro desideri…
    E poi, chissà quanto più pregno di tutti i simboli, consci e inconsci, che la casa racchiude, è per Martina quel giocattolo…
    Il nostro avvocato non ha trovato la casa, solo un po’ d’arredi: la piccola cucina, il bagno, qualche armadietto… e come evitarle tanta delusione… almeno una spiegazione alla bambina la deve.
    Prepara il pacchetto e, prima di affidarlo ad uno dei suoi “elfi”, fa una telefonata.
    “Sono Babbo Natale, vorrei parlare con Martina…”
    E quando la bambina, stupita e tutta tremante d’emozione, arriva al telefono…
    “Devi scusarmi tanto Martina, ma non potrò portarti la casa di Barbie. La mia fabbrica su al Polo Nord è chiusa per le norme anti-covid. L’ultima che ho è nel deposito, quello lontano nel bosco. Ma i miei aiutanti, gli elfi, sono tutti malati per via di questo brutto virus e non posso mandarli fin laggiù. Potrò portarti solo gli accessori che ho recuperato dai magazzini vicini… Non avrai la casa che desideravi, e mi devi perdonare, sarà se vuoi per l’anno prossimo, ma adesso avrai tutto quello che servirà per arredarla”.
    Martina, la vedo… ascoltare col fiato sospeso, la boccuccia spalancata per lo stupore, l’emozione fortissima… si sarà sentita la bambina più privilegiata, più fortunata del mondo…
    E’ poi corsa davanti allo specchio, per guardarsi e scrutarsi e pensarsi, e alla mamma venuta a vedere perché stesse lì, ferma di fronte alla luce dei suoi occhi riflessi…
    “Voglio vedere come sono cambiata dopo che Babbo Natale ha parlato con me!”
    Certo che nel suo cuore, al suo triste segreto, se ne è aggiunto questa volta un altro, bellissimo e luminosissimo. E tanta gioia deve aver provato, da sentirsi in qualche modo trasfigurare, quasi una principessa, come nella più bella delle fiabe.
    Ma che bravo questo Babbo Natale… che bravo questo avvocato che migliore “prestazione” per il suo assistito non poteva dare (e alcuni ne conosco, di avvocati, che la passione e l’umanità non scindono dalla capacità e serietà professionale)…
    Ecco, che sia questa storia di buon augurio per l’anno che ora inizia. Che apra il cuore e la mente a un po’ di speranza. A tutti i bambini che hanno un genitore in carcere. A tutti noi, che qualcosa per loro possiamo provare a fare. Anche solo non cancellarli dai nostri pensieri.
    Con tanti auguri a tutti e soprattutto, con un abbraccio grande, alla stupenda amica che questa bella storia mi ha confidato…

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