Riprendendo, ancora dal taccuino di Daniela Morandini. Venti anni fa. Il Muro, dunque.
14.11.89 Berlin
Checkpoint Charlie, il confine americano. La fila adesso e’ da Ovest verso Est. Ma c’e’ una persona che non puo’ entrare. E’ una donna vestita di nero con un cartello enorme -TORNARE E’ PROIBITO- c’e’ scritto.
DONNA IN NERO. Sono nata a Berlino Est e sono riuscita ad andarmene nel 75, con mio figlio, che aveva quattordici anni. Perche’ qui dall’altra parte, a Berlino Ovest, c’e’ piu’ liberta’. D .Signora, come e’ scappata da Berlino Est? DONNA IN NERO. Non sono scappata, sono riuscita ad andarmene per vie legali. D. E adesso cosa chiede? DONNA IN NERO. Serve una legge. Non c’e’ motivo per cui io adesso non possa andare di la’. Anche se Krenz l’ha promesso…Da quando sono andata via, non sono piu’ potuta tornare. Neanche in questi giorni, neanche dopo che hanno aperto il Muro.
Un documento comune tra il cancelliere federale Kohl e il presidente polacco Mazowiesky.Compromesso o passo avanti? Miloslaw Stankowsky della missione militare polacca a Berlino Ovest. R. Sara’ un progresso, perche’ i rapporti tra Germania e Polonia stanno andando avanti, e’ tempo di raggiungere accordi. D. La riunificazione e l’autodeterminazione, saranno tra i temi piu’ importanti degli anni 90. Voi polacchi, cosa pensate di Yalta? R. E’ una domanda molto difficile per un polacco.Gli accordi di Yalta sono validi finche’ non sarano cambiati.E non potranno essere cambiati finche’ non sara’ cambiato l’ordine internazionale. D.Con il crollo del Muro, ci sono paure ad Ovest,ma anche ad Est, quali sono i vostri timori? R. Non abbiamo nessun timore per l’apertura di questa frontiera.Anzi, siamo contenti, anche perche’ facciamo parte della Conferenza per la cooperazione in Europa. D. Lei era qui la notte del l 9 novembre .Cosa ha pensato, come diplomatico, come uomo e come polacco? R. Come uomo, ero molto felice per i tedeschi di tutte e due le parti.Come politico, sono per le decisioni che potrebbero portare verso una Stato tedesco.Come polacco ho dei timori per lo sviluppo di questo processo.
Daniela Morandini – Berlino novembre 1989