Crimini di guerra, crimini di sistema. Vittorio da Rios, che ancora ringrazio. I suoi ricordi, i suoi interrogativi, la sua conoscenza… :
” Mai potrò dimenticare gli occhi di mia madre, lo sguardo doloroso e triste, e al contempo sempre permeato di quella serena e composta accettazione con grande dignità della sua appartenenza alla civiltà e sapienza contadina. di cosa aveva visto e provato da bambina e poi da adulta: la tragedia della guerra. Ma in fondo ci siamo mai chiesti come è potuto accadere che lo scorrere della storia dell’umanità si sia macchiata di tali crimini, e come si possa ancora continuare a investire somme spaventose in armi e si continui a assassinare e uccidere l’altro definendo questi sistemi democrazie? Come sono state utilizzate le scoperte scientifiche che trovano i massimi ingegni in Galileo e Leonardo menti eccelse al servizio dei processi evolutivi del genere umano se non anche ai fini della distruzione genocidaria dell’altro? Come implacabile strumento di dominio dell’era catastrofale e atomica che ha portato a costruire sempre più perfetti e ipertecnologici manufatti per creare morte e distruzione collettiva. Come è potuto accadere di permettere di produrre esplosivi e ordigni con uranio impoverito? Gli scienziati ben sapevano della letalità oltre agli effetti dovuti per effetto della distruzione su creature e strutture abitative dalla violenza della esplosioni quanto sugli effetti futuri con patologie varie su militari e popolazione civile. Chi ora ne da conto? Sono centinai i militati oramai morti nel nostro paese, per effetto postumo dell’uranio impoverito. Ma a livello mondiale sono migliaia e migliaia le vittime ma la conta è tutt’altro che terminata. Mi chiedo ma di questi crimini che violano le leggi militari e di guerra qualcuno pensa di fare giustizia e non solo riparativa in termini economici per le vittime, ma sul piano del diritto concreto, evidenziando le responsabilità a vari livelli militari e governativi, ufficiali di vario grado che hanno comandato le operazioni sul versante bellico, responsabili di governo, primi ministri e ministri ecc. E’ etico e morale definire il sistema responsabile di questo agire criminale democratico? E altro punto dolente con quali criteri di equità e giustizia si mantengono stipati nelle carceri le vittime per la massima parte dei CRIMINI DI SISTEMA ? Mi permetto di riproporre mai se lo fa a “sufficienza” il contesto in cui oggi l’umanità vive e di quali tragedie e ricadute sulle creature umane determinano i CRIMINI DI SISTEMA. Si spende in armi nel mondo dati 2019 forniti dalla Caritas, una cifra che si aggira sui 1917 miliardi di dollari 1782 miliardi di euro. con un incremento del 3,6% rispetto all’anno precedente. il 2,2% del PIL mondiale. gli Stati Uniti in testa alla classifica mondiale con 649 miliardi di dollari. L’Italia si posiziona tra l’undicesimo e il decimo posto nella graduatoria mondiale per potenza, capacità organizzative del suo esercito, con una spesa complessiva in armi tra i 27-29 miliardi di euro, che equivale tra i 73-79 milioni di euro al giorno. Il nostro paese continua a essere il primo esportatore dopo gli Stati Uniti di armi leggere, e il secondo produttore al mondo. Con questi dati che esprimono cifre di investimenti in armi impressionanti le più alte dal dopo guerra, le ricadute “operative” in varie aree geografiche del pianeta, guerre e relativi massacri ogni anno determinano milioni di morti tra cui infanzia donne e anziani.in questo scenario determinato dai CRIMINI DI SISTEMA abbiamo un quadro a riguardo della ripartizione delle risorse e ricchezze prodotte di tale iniquità distributiva che si possono cosi sintetizzare. Circa 4 miliardi di creature presenti sul pianeta vivono con meno di due dollari al giorno, se ne affama qualcosa che oscilla tra i 850-900 milioni, e se ne uccide per fame tra i 25.30 milioni. Questo in estrema sintesi ma purtroppo realistico il quadro che oggi noi tutti abbiamo difronte. Questa corsa forsennata alla produzioni di armi ha una ragione logica se non quella di continuare a dominare il mondo da parte dei paesi economicamente più potenti e mantenere a limitate élite economiche il dominio sul mondo attraverso gli eserciti e garantire che il 10% della popolazione mondiale utilizzi il 90% della ricchezza prodotta e delle risorse ancora disponibili sul pianeta? La domanda che ritengo sia doverosa ed eticamente sempre più urgente da porsi sia questa: come rimediare a una situazioni di queste dimensioni? E con quali strumenti? Certo la conoscenza totale e impietosa della realtà attraverso la cultura, il sapere filosofico-scientifico, quindi la formazione di nuove classi dirigenti a livello globale. La presa di coscienza che per evitare catastrofe definitiva occorre porre al centro la centralità della questione “agraria” come sistema “riformato” dalla cannibalizzazione “ED EGEMONIA” operata fin qui dalla cultura industriale nei confronti della millenaria civiltà contadina, per produrre cibo e derrate alimentari per tutti a livello planetario. L’importanza strategica della questione economica e della gestione delle risorse monetarie e patrimoniali per il bene comune, troppo trascurata da molto pensiero filosofico e teologico. Riprendere in chiave odierna alcuni punti strategici e universali del pensiero economico keynesiano e delle analisi sul materialismo operate dal giovane Marx soprattutto, in quanto trasformazione della materia a fini utili per l’uomo. Ripensare il concetto di Stato, come Stato etico che garantisce LO STATO DI DIRITTO presente in tutte LE PIEGHE DELLA SOCIETA a garantire il DIRITTO DI AVERE DIRITTI: istruzione, lavoro, casa, una vita in definitiva giusta e dignitosa in ogni angolo del pianeta dove ogni creatura nasce e vive. Questa la grande sfida che noi e le nuove generazioni abbiamo difronte. Destrutturare i CRIMINI DI SISTEMA. e quindi di conseguenza quel mostro cosi definito da Luigi Sertorio tecnologico di potenza, armiero-finanziario, consumistico fuori controllo oramai all’uomo stesso. Grazie infiniti alla carissima Francesca che mai ringrazieremmo a sufficienza per gli stimoli e le sue “opere” sempre profonde un pungolo, dentro l’incandescenza delle tribolazioni umane. Un caro saluto” Vittorio da Rios.