Tutto da leggere l’intervento di Vittorio da Rios, a proposito di donne, di violenza, dei drammi del mondo….
“Mai riuscirà l’ominide a diventare adulto? Utopia? In questi giorni e notti mi capita di seguire interventi di intellettuali di prestigio, coloro che hanno la presunzione “motivata da indubbio sapere” di trasmettere le conoscenze fin qui acquisite e in qualche modo di elaborare un nuovo paradigma culturale. Non noto niente di nuovo sotto il sole che già non si sappia con limitate modificazioni di superficie. Cosa centra direte con il bellissimo racconto-saggio di Francesca che ci aggiorna sulle tante violenze fatte alle donne, 30 assassinate alla data odierna con incremento dovuto alla Pandemia? Poiché tutto è unito in questa orrenda babele… il femminicidio, la tragedia del sistema carcerario, le non più tollerabili sperequazioni sociali, l’odissea inumana dei profughi da guerra e violenze di ogni tipo, i trenta milioni di uomini “gli eserciti” super armati e ben pagati per rafforzare e perpetrare i crimini di sistema, e permettere cosi a una esigua minoranza di assorbire e godere del 90% della ricchezza prodotta sul pianeta terra. Noi viviamo dentro questa tragica realtà. Già negli anni ’60 Pier Paolo Pasolini parlava di “un universo orrendo”in riferimento alla mutazione” antropologica determinata dal consumismo e dalla TV, e era una TV innocente e candida, formativa in taluni casi; penso ad Alberto Manzi con “non è mai troppo tardi”… la sua trasmissione ha alfabetizzato milioni di italiani. E ora? quali disastri i processi modificativi antropologici del consumismo sfrenato dell’era catastrofale post moderna hanno inciso nelle nostre coscienze disumanizzandoci, rendendoci spesso isole di infinita solitudine e disperazione, che formano l’attuale realtà esistenziale della tribù bianca? Abbiamo destrutturato il sapere in una vastità di rigoli specialistici, ma questi sanno dare risposte adeguate e prevenire la tragedia del femminicidio per esempio? E’ una domanda da porci, pensiamo di dare risposte a questa tragedia con gli strumenti culturali che l’ha generata? Perché si uccide una donna, la propria con cui si è vissuto spesso molti anni assieme, poi in molti casi ci si uccide, e si annienta l’intera famiglia? Non si accetta la separazione, la fine di una storia? Non la si sa trasformare in amicizia, una vita vissuta assieme comprendendo che l’amore non è possedere? E questo come rapporto totale amore-e sesso che è donazione fusione di corpo e spirito quanto sentimenti e intelligenza… Oppure l’era “catastrofale” che stiamo vivendo ha minato irreversibilmente i rapporti non solo tra donna e uomo ma tra l’intera comunità umana? Come non riconoscere grande responsabilità ai paradigmi religiosi nella costruzione della violenza e dell’uccidere la donna? Solo fino a qualche secolo fa si mandavano al rogo le donne emancipatrici e “progressiste” classificandole “streghe”, migliaia e migliaia sono state bruciate. Da rilevare che il “delitto d’onore” nel nostro paese è stato abolito solo qualche decennio fa. Noi siamo questo, non dimentichiamocelo. E in molte parti del mondo come viene trattata ancora la donna? In Afghanistan la donna afgana negli anni ’60 e ’70 aveva conosciuto momenti di grande emancipazione in tutti i campi della attività del paese, istruzione, cultura,vestire ecc.ecc… poi il disastro con i talebani, da noi occidentali costruiti, con drammatiche conseguenze sulla popolazione femminile. Pensiamo alla Arabia Saudita… e la lista è assai lunga. Il peso enorme sopportato dalle donne africane a volte unica risorsa che permette la sopravvivenza alla numerosa famiglia con costi e sofferenze patite dalle donne inenarrabili. Pensiamo alla tratta di donne a fini dello sfruttamento sessuale, abbiamo un’idea di quale siano le cifre? Impressionante! Provenienti dal continente Africano, dall’Asia, dal sud America, dall’Europa dell’est. In un recente volume curato da Rando Devole sociologo di Tirana, e Claudio Paravati direttore di confronti “Donne D’Albania”, un lavoro di grande interesse collettivo con scritti di un numero considerevole di intellettuali donne albanesi, Mauro Gereaci traccia un profilo della grande scrittrice e poetessa democratica Musine Kokalari, martirizzata dal regime di allora costretta a non pubblicare più da viva e a sopravvivere tra stenti e tribolazioni. Iris Luarasi nel trattare la violenza sulle donne e la violenza domestica cita le “vergini giurate”. In cosa consiste? Ora il fenomeno è in totale dismissione ma fino a pochi anni fa nelle zone montane rurali arretrate le donne non contavano nulla all’interno delle comunità totalmente patriarcali. Quando in una famiglia non c’era l’erede maschio e c”era una donne giovane vergine si radunavano gli anziani capofamiglia, l’ordinamento patriarcale del “Kanun”, e su promessa che la giovane donna non si sposava e rimaneva vergine acquisiva gli stessi poteri dei figli maschi, a tal punto da poter detenere, se lo riteneva opportuno per la sua sicurezza e dei propri cari, la pistola. Sempre nelle zone più arretrate dell’Albania le giovani ragazze erano promesse dai genitori, “dal padre”, al futuro sposo a prescindere la volontà della giovane. Narra Iris Luarasi, che tra gli altri incarichi è direttrice della struttura nazionale che monitorizza la violenza sulle donne e cura la formazione dei maschi su determinate problematiche che riguardano i diritti fondamentali, di un fatto non isolato purtroppo di una ragazza promessa a un uomo che si trovava fuori dell’Albania, e che lei non conosceva ovviamente, che una sera esce in macchina con un suo coetaneo a prendersi un gelato al ritorno il padre pensando fosse avvenuto l’irreparabile, quindi la perdita dell’onore non tanto della ragazza certo, ma del suo in quanto promessa vergine, ha preso il fucile e l’ha uccisa in presenza del resto della famiglia. Nessuno che abbia avvisato la polizia locale, omertà da parte della famiglia e del vicinato. Il valore della promessa patriarcale e della presunta perdita della “verginità” erano superiori della vita della ragazza stessa, uccisa dal padre. Il padre nella fase processuale ebbe le attenuanti previste dal sistema giuridico di allora per casi analoghi. In sintesi potremmo dire che anche questo sciagurato padre è stato vittima di retaggi culturali medioevali quanto di abominevoli violazioni dei più elementari diritti alla vita. E come non andare con il pensiero e l’anima a quanto descritto da molti suoi lavori costruiti con grande coraggio e rischio personale da Silvestro Montanaro sui paradisi per pedofili nei paesi dell’Asia dell’America latina…ecc.ecc… Silvestro ha raccontato poi con un suo capolavoro letterario diretto spietato nelle sua veste tragicamente realistica ma denso di profondo amore, “CON IL CUORE COPERTO DI NEVE, la violenza che subisce attualmente tanta infanzia, bambine vendute e stuprate di 7-8 10-12 anni rese schiave per gli appetiti pedofili di occidentali, danarosi quanto criminali. Si calcola che solo gli italiani che ogni anno si recano nei paradisi per pedofili siano tra i 90 100 mila cifra per alcuni in difetto. Riflettiamo a quale degrado siamo arrivati…” Vittorio da Rios