Pandemia silenziosa. Vittorio da Rios ci ricorda il grande lavoro di ricerca di studiosi come il professor Ernesto Burgio. Purtroppo rimasti inascoltati… “Credo sia importante nei limiti del possibile cercare di comprendere cosa sta accadendo oggi al pianeta e di conseguenza a chi da centinaia di migliaia di anni lo occupa. Ho trovato estremamente interessante le considerazioni a cui è arrivato una dei più seri e preparati ricercatori scientifici, Ernesto Burgio, che da una formazione medica e pediatrica ha inserito una robustissima ricerca sulla trasformazione di interi ecosistemi “Micro” biologici e virali, ampliato la gamma delle fonti e forme di energia radiante come in sintesi rileva nel suo lavoro, La PANDEMIA SILENZIOSA. Trasformazioni ambientali, climatiche, epidemiche. La epigenetica come strumento per comprendere cosa è accaduto e cosa accadrà al pianeta e alla biosfera se si continuerà con questa devastante quanto folle corsa alla rapina delle risorse fondamentali e a compromettere la salubrità dell’aria e dell’acqua, elementi fondamentali per la nostra sopravvivenza. Emerge da quanto ha finora prodotto la ricerca del Prof. Ernesto Burgio la BIOINSOSTENIBILITA’ DEL SISTEMA GLOBALE. Potremmo cosi sintetizzare l’impossibilità del perpetrarsi di un sistema che viene definito “capitalismo iperliberista” che per sua stessa essenza ha necessità di una crescita infinita a fronte di risorse fossili FINITE. Il cui uso indiscriminato, oltre che danni forse irreversibili all’eco sistema, ha determinata paurose e non più sostenibili sperequazioni sociali. Questo sistema criminogeno sul piano economico (in quanto totalmente incapace di ridistribuire la ricchezza prodotta EQUAMENTE, creando tragedie che ben conosciamo, “I CRIMINI DI SISTEMA”) sta modificando e mettendo sotto pressione l’intera biosfera e in particolare l’assetto genetico ed epigenetico degli organismi superiori. Estremamente significativo, afferma il Prof. Burgio, “riconoscere che per valutare correttamente l’impatto biologico (e quindi sanitario) dell’attuale modello di sviluppo, non si può prescindere da una cornice bio-evolutiva di lungo periodo e da una riflessione più complessiva sul rapporto, in via di vertiginosa trasformazione tra uomo e ambiente. La stessa rivoluzione epidemica del XX Secolo, consistente in una drammatica riduzione delle patologie acute da cause esogene e in un altrettanto significativo incremento delle patologie cronico-degenerative da cause endogene (immunomediate, neoplastiche, neuro-degenerative, cardiocircolatorie ). Il tutto appare sempre più correlato alla repentina alterazione dell’ambiente provocata dall’uomo ed alle (conseguenti) trasformazioni ( epi) genomiche che avvengono nelle prime fasi dello sviluppo del feto e del bambino. In questo contesto si colloca e si comprende meglio l’allarme, concernente le alterazioni dello sviluppo neurologico infantile secondarie alla diffusione in ambiente di metalli pesanti, distruttori endocrini e altre molecole mimetiche, lanciato oramai da decenni dai ricercatori di tutto il mondo. Rileva il Prof. Burgio come da queste profonde modificazioni siano venute meno le difese immunitarie a livello globale quanto la proliferazione di patologie tumorali che aggredisce fasce sempre più giovani di persone. A fronte di scenari cosi descritti seppur in modo estremamente sintetico che delineano prospettive apocalittiche per il futuro prossimo del genere umano,viene di pensare come “l’ominide” produttivo non abbia tenuto in debita considerazione coloro che oltre 40 anni fa avevano fatto presente i “LIMITI DELLO SVILUPPO” testo di una ricerca condotta nel 1972 dal Club di Roma con una illuminata e passionale introduzione di Arrigo Peccei, dove spiegava dove si poteva andare a parare (cosa purtroppo avvenuta) se non si gestivano razionalmente i processi evolutivi e relative conquiste scientifiche-tecnologiche sviluppatesi con la rivoluzione industriale. Ricordo a proposito di Epidemie che molti anni fa vedevamo circolare in alcuni paesi asiatici le persone con le mascherine… ne abbiamo tratto qualche suggerimento, qualche ammonizione che da epidemie locali si potevano trasformare in Pandemia? Le comunità scientifiche si sono organizzate a livello internazionale per dare le giuste risposte? Ritengo che dovremmo abituarci a convivere per un po di tempo con questa “Pandemia silenziosa” e trovare un giusto equilibro tra la difesa sanitaria e le esigenze produttive e lavorative delle popolazioni. ” Vittorio da Rios