A proposito di venezia, Vittorio da Rios, appuntamento ormai fisso e irrinunciabile:
“Un carissimo amico assai esperto delle recenti cose patrie sostiene che il nostro paese è in bancarotta fallimentare irreversibile; economica, etica morale.Un disastro totale nel gestire soldi pubblici e programmare opere di interesse pubblico e di salvaguardia del territorio al nord come al sud.Ora addentrarci sui meccanismi che hanno determinato tale scempio è cosa non solo ardua ma lunga e martoriata tale è la storia del nostro paese in questi ultimi decenni.Ricordo che fin poco prima di lasciare “questa aiola terrena” il Maestro Gerardo Marotta mi ribadiva che il “disastro attuale” è determinato dal fatto che lo “Stato” è nato male fin dagli inizi, non solo perché la costituzione non è mai stata applicata nei suoi pilastri costitutivi, ma dal fatto che i due maggiori Paradigmi culturali-filosofici che costruirono poi la “repubblica”, quello cattolico e quello socialista Marxista, per motivazioni storiche che li caratterizzavano avevano dello Stato un concetto negativo. Nei manifesti della democrazia Cristiana si leggeva: “Più società meno Stato” di contro sul versante socialista Marxista si vedeva nello stato l’oppressione del padronato e dei poteri forti finanziari e industriali.Manco il concetto filosofico del grande stato moderno efficiente non burocratico in grado di dare risposte alla società del terzo millennio. Poi con il regionalismo si costruì tanti piccoli statarelli con costi enormi quanto drenaggio di denaro pubblico da corruzione e tangenti.Non sarà il caso anziché chiedere più autonomia ripensare il concetto stesso di regionalismo? E veniamo alla “tragedia” annunciata del Mose. Cacciari e li va dato grande, merito si è sempre battuto contro questa gigantesca opera. Non solo per i suoi costi di realizzazione che come nella migliore tradizione nostrana sono stati più volte modificati rispetto ai costi programmati inizialmente. ma per la stessa Criticità tecnica ampiamente motivata da relazioni, di ottenere risultati di protezione dall’acqua alta di Venezia. Cacciari e la sua giunta con grandi esperti e tecnici progettisti aveva in molte circostanze presentato soluzioni alternative al Mose molto meno costose e di sicuro più efficaci.Totalmente ignorate prima dal governo Prodi poi Da quello di Berlusconi.Per non parlare poi delle giunte regionali venete in questi anni succedutesi alla guida della regione, tutte del centro destra a maggioranza di forza italia e della lega. Cacciari denuncia poi il fatto che tutte le risorse destinate alla cura e manutenzione ordinaria e straordinaria di Venezia sono state dirottate e cannibalizzate totalmente dal Mose. Allo stato attuale il costo complessivo è di 8 miliardi di Euro come rileva in una recentissima intervista Assai esaustiva uno dei Commissari ora dimissionario nominato nel 2014 Mgistro. il quale fa presente che non solo come sostiene Cacciari non vi è mai stato nessun Collaudo ma recentemente a una prova parziale della struttura si è dovuto subito sospenderla poiché le condutture dove dovrebbe passare l’ossigeno per alzare le paratie hanno manifestato perdite. Rileva Magistro che la riparazione comporta ad una veloce conta qualcosa come 20 milioni di Euro. E continua l’ex commissario per terminare i lavori occorre una cifra aggiuntiva che oscilla tra i 350-400 milioni di euro dove trovargli non si sa.Ad aggravare il quadro di per se “tragico” il contenzioso giudiziario in essere tra tutti gli attori che finora hanno operato a vario titolo e livello per la progettazione e costruzione di questa “gigantesca” opera il cui numero lo stesso Magistro fatica a riassumere.Da aggiungere poi il costo della gestione ordinaria dell’opera che si aggira sui 80-100 milioni di Euro all’anno. Questo in estrema sintesi il Quadro: Quindi quasi 6 miliardi di opera incompleta sott’acqua, più le cifre sopra elencate per l’ipotetica e definitiva “conclusione dei lavori” Il Magistro termina la sua intervista con queste considerazioni: In vita mia non ho mai visto cose come a Venezia: UNA TOTALE SPUDORATEZZA.Degli 8 miliardi di Euro i 20-25 milioni di tangenti finora accertare continua Magistro è la punta di un Iceberg di un sistema corruttivo-tangentizio che non trova pari della storia della Repubblica.Ci si chiede ma con quella enorme cifra spesa per il Mose quanta manutenzione si poteva fare a Venezia? Pulire i canali per esempio periodicamente come si faceva un tempo che sicuramente avrebbero contenuto e di molto l’acqua alta. Come rimediare ora a un tale scempio con danni che solo l’ultima acqua alta di queste ore è stando alle prime valutazioni di oltre 1 miliardo di Euro? E il Mose se terminato funzionerà e sara in grado di prevenire ulteriori devastazioni che corrono il rischio di essere irreversibili a una Città unica al mondo Come lo è Venezia? Non per essere pessimista che non è nella mia natura quanto storia personale, ma dando ascolto a persone molto addentro alle questioni e storia del Mose dalla sua originaria progettazione e alla evoluzione delle “dinamiche” che hanno portato alla catastrofe odierna non vi è da escludere che tutto possa andare in ROVINA. Il che sarebbe una autentico disastro sia in termini economici quanto per i governi nazionali e della regione Veneta che hanno governato in questi ultimi decenni.Una autentica vergogna per insipienza gestionale e fatti corruttivi quanto arricchimenti personali.Vien da pensare a una figura come De Nicola primo presidente della repubblica grande liberale e uomo integerrimo e di grandi principi, che si pagava il costo dei viaggi da “presidente” che quando mori oltre a una grande biblioteca trovarono nel suo alloggio un modestissimo guardaroba, con il cappotto che sempre usava “girato” più volte come si faceva fino a non molti anni fa in molte case contadine e operaie.C’è di che riflettere a quali livelli degenerativi la cultura industriale e post industriale iper tecnologica e consumistica sempre più avida di soldi e successo abbia condotto la donna e l’uomo contemporaneo.Grazie Francesca per questo bellissimo tuo scritto ricordando Venezia. Un caro saluto” Vittorio da Rios