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    E il 1980…

    conza_della_campaniaE Paolo Rausa,  ci riporta ad un altro terremoto, ad altri interventi, ad altra politica… ”

    “Agosto 2016. La furia devastatrice del terremoto ghermisce Amatrice e molti altri centri abitati vicini. Corre il pensiero in questi giorni al ministro Giuseppe Zamberletti, da poco deceduto, considerato il fondatore della Protezione Civile dopo l’ennesima tragedia nell’Irpinia, novembre 1980. Ero lì in quei giorni, volontario, a Quaglietta di Calabritto, come molti altri che avevano lasciato lavoro e studio e si erano precipitati per dare una mano e il cuore in quei luoghi s/perduti, aggrappati sui rilievi. Tanti presepi, belli, affascinanti e fragili. Tuonò il Presidente Pertini sul fatto che lo Stato fosse arrivato dopo. Dopo i giornalisti. Dopo i volontari. C’era l’odore di morte accanto alle macerie enormi, che si perdevano a vista d’occhio. Di interi centri non era rimasto niente. Tanta confusione. Poi le cose migliorarono. Grazie agli uomini di buona volontà, al ministro Zamberletti e agli angeli dell’ennesima tragedia, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, l’esercito… e i tanti volontari con la passione di donare se stessi fino allo sfinimento. Che non veniva. L’adrenalina moltiplicava la forza per cento, per mille. Come un’anfetamina. Poi andammo via e cominciò la ricostruzione non ancora terminata e fonte di corruzione e ladrocinio. Anche ai nostri giorni l’opera di ricostruzione stenta, fa fatica, gli abitanti, quello che resta, dei centri terremotati sono disperati perché tutto non/si muove con una lentezza esasperante. Abbiamo messo in piedi una grande macchina del soccorso ma non siamo riusciti ancora a vincere la forza impotente della burocrazia che tiene tutto fermo come se non si dovesse uscire da quello stato di torpore e di soggezione. Questa è la grande sfida: velocizzare i lavori di recupero non a scapito della sicurezza ma per non favorire l’abbandono e l’amarezza, la sfiducia nelle Istituzioni che sembrano non capire il dolore di chi ha perso molto, quasi tutto, anche fra poco il rispetto nei loro riguardi.” Paolo rausa

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