Permettete un’autocitazione. “C’era una volta e c’è ancora adesso”, era il titolo di una trasmissione radiofonica messa su per radiouno insieme a Daniela Morandini. Leggere la realtà dell’oggi attraverso gli archetipi delle fiabe. Tra le tante fiabe attraversate, “I musicanti di Brema”, dei Fratelli Grimm, storia della fuga da un destino di morte e dall’ottusità di chi dà valore a solo a ciò che gli serve. Quale storia migliore per raccontare il viaggio che alcuni anni fa fecero 44 “matti” partiti da Roma destinazione il Parlamento Europeo, per chiedere la fine dei manicomi. A guidarli lo psichiatra Luigi Attanasio che, questa settimana in cui si è celebrata la giornata mondiale della salute mentale, in questo racconto vogliamo ricordare con affetto e nostalgia…
Bisognerebbe ricordarle ogni giorno, certe questioni, insieme alle persone la cui vita tutta è tesa a trovare strade per aiutare chi altrimenti, in questa società crudele e distratta, sarebbe solo.
Pensando a Luigi Attanasio, Gigi per gli amici, psichiatra, scomparso poco meno di tre anni fa, che è stato responsabile di un servizio pubblico a Roma, una lunga militanza in Psichiatria democratica, della quale è stato anche presidente, medico “del territorio”. Solo persone dal pensiero colto e radicale come il suo potevano partecipare al gioco che gli abbiamo un giorno proposto, e farsene attore. Entrare in una fiaba, che raccontasse in qualche modo anche una sua, di fiaba. Naturalmente insieme ai suoi “mattarelli”. E abbiamo scelto “I musicanti di Brema”, dei fratelli Grimm.
Le fiabe, sapete, non stanno mai ferme, c’è sempre qualcuno che deve far fagotto e andare via. Si sa da cosa si scappa, ma chissà dove si arriva. E chissà chi si incontra… Come accade nel cammino della vita. E quello che c’era una volta, c’è ancora adesso…
C’erano una volta “i musicanti di Brema”, un asino, un cane, un gatto e un gallo…. storia della fuga da un destino di morte e dall’ottusità crudele di chi dà valore solo a ciò che gli può servire.
Fugge il vecchio asino a cui il padrone vuole fare la festa perché ormai stanco e inutile, e lungo il cammino incontra un cane, fuggito anche lui dal padrone che voleva ucciderlo perché, vecchio, non poteva più andare a caccia. “Vieni con me- dice al cane l’asino- andiamo a Brema, a far parte della banda. Io suonerò il liuto e tu i timpani”. Più avanti i due incontrano un gatto in fuga dal padrone che voleva affogarlo, visto che era diventato troppo lento per acchiappare topi, e poi un gallo, che aveva capito che stavano per tirargli il collo, nonostante tutte le mattine che aveva cantato per far sorgere il sole …
Appartiene all’oggi, la cronaca del viaggio di Angelo, Rita, Laura, Massimiliano, Rachele, Giorgio, Silvia, Giorlamo… i “matti” di Luigi Attanasio, i loro assistenti e familiari, 44 matti, tutti, partiti da Roma con destinazione Strasburgo e Bruxelles per chiedere un’Europa senza manicomi. Invito all’abbandono di tanta inciviltà.
Un giorno, ha raccontato Luigi Attanasio, ci siamo detti: “Perché non andiamo in Parlamento europeo per dire che l’Europa per essere un continente civile non deve avere istituzioni così incivili. Perché tutti, ciascuno di noi, io compreso, abbiamo storie assolutamente individuali, mentre nei manicomi per qualcuno di quelli che sono qui avveniva l’omogeneizzazione… si finiva tutti in un frullatore dove moriva l’individualità di ciascuno…”
Così, come allora i musicanti di Brema, la comitiva guidata dal dottor Attanasio si è messa in viaggio. Ne è nato, dopo, anche un bel libro, che vi consiglio: “Europa senza manicomi, il viaggio di un’idea”.
Il cammino, per tutti, è sempre pieno di sorprese.
Massimiliano, della banda dei 44 matti guidati da Attanasio, è ancora stupito dell’incontro con tante persone che hanno saputo rassicurarlo e dare forza a lui che “la mia storia è un po’ dura. Due gravi lutti da giovane, avevo paura, ho chiesto aiuto… mi hanno aiutato, e sto cercando di integrarmi nella società”. E ora: “ho visto le Alpi… bellissime, la neve stupenda, i boschi… e ho cantato… canto pe’ cantà… tanto pe’ sogna’…”
Qualcosa di simile sicuramente hanno cantato lungo la strada anche i quattro amici del racconto dei Grimm. Il gatto se ne intendeva di serenate, il gallo aveva una voce bellissima… tutti avrebbero fatto i musicanti. Qualcosa meglio della morte avrebbero trovato insieme, grazie alla forza dell’unione, la stessa che nel viaggio contemporaneo dei nostri “matti” in missione in Europa ha trovato anche Giorgio: “Sono un tipo malinconico, ma sono contento. Ho incontrato persone che mi hanno aiutato moltissimo, mi hanno fatto riflettere. Ora ho una spilletta con le stelle dell’unione europea”.
Ma Brema è lontana. Nella fiaba i quattro amici in fuga giungono in un bosco, e arriva la sera. Dove fermarsi? In lontananza vedono una lucina, si avvicinano. E’ una casa dove dei briganti stanno banchettando…
I briganti, anche oggi, sono tanti, quanti rischi di incontrarli nelle pieghe della società. Sono, i briganti, tutte quelle persone che attentano alla dignità e ai diritti delle persone più fragili.
E che dire, a proposito, della falsa notizia diffusa l’estate scorsa da un nostro ministro (che nemici per farci impaurire non sa più dove trovarne) secondo cui ci sarebbe “un’esplosione di aggressioni” da parte di “pazienti psichiatrici”? Oggi che il 95 per cento dei reati violenti è commesso dai cosiddetti “normali”, ed è più probabile che chi soffre di disturbo mentale sia vittima che carnefice, come si è affrettata a spiegare la società italiana di psichiatria.
Ma come cacciare i briganti? Nella fiaba dei Grimm i quattro musicanti trovano una soluzione fantastica: salgono l’uno in groppa all’altro, l’asino raglia, il cane abbaia… compongono un mostruoso animale che fa scappare i briganti, che anche quando provano a ritornare vengono messi in fuga. Non vi racconto come…
Cosa non riescono a combinare i quattro amici! Come i nostri 44 matti contemporanei: “Cantavamo, scherzavamo… e siamo arrivati a Bruxelles per dire a tutti che siamo persone con la nostra dignità… Abbiamo avuto il piacere di parlare davanti a tanti deputati, medici… e loro ascoltavano… erano attenti…”
I matti e i sani… noi che, come cantava Gaber, facciamo finta di essere sani…
E poi chi può sapere qual è il confine fra follia e normalità.
“Non vi spaventate, è facile fare la pazza. Ve lo dico io come dovete fare: strillate, gridate la verità in faccia alla gente, nessuno vi crederà e vi passeranno per pazza… Non esiste un pazzo più pazzo di quello che crede di dire la verità”. Il berretto a sonagli. Il grande Pirandello…
Un po’ pazza, anche l’idea dei quattro protagonisti della fiaba dei Grimm di trasformarsi in un mostro e picchiare i briganti. Ma le fiabe hanno sempre una morale: duro lottare contro i briganti, ma li si può vincere quando si lavora insieme. Come accade nella casa famiglia che al ritorno dal viaggio accoglie Laura e altri dei nostri 44 matti…
Tornando ai musicanti di Brema… L’asino, il cane, il gallo e il gatto si trovarono così bene che restarono nella casa nel bosco, che non vollero abbandonare mai più. Sono lì anche adesso. Ascoltate le note di questo Libertango… arrivano proprio da lì… https://www.youtube.com/watch?v=vaXNdVTGT0k
E sono sicura che, ascoltando, anche quel folle di Gigi Attanasio ne sorride, e batte di gioia il suo cuore ballerino, come mi ha detto un giorno, e si diverte, come mi ha detto di essersi divertito ogni volta che ha riascoltato la fiaba che, i Grimm ci perdoneranno, abbiamo riscritto insieme.