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    “Vestiti che facciano rumore…”

    Ragazze che ballano. In lingua Rom ‘chejà celen’, due parole che sono già l’avvio di un passo di danza. Il ‘brivido che vola via’, del verso della canzone di Vasco Rossi che appare in apertura del libro. “Chejà Celen”, appunto. Un titolo che aveva attirato la mia attenzione dal banco dello stand di ‘Sensibili alle foglie’, alla fiera romana della Piccola Editoria. Irresistibili le movenze delle danzatrici in copertina, nella foto di Tano D’amico. Ma quello che mi ha convinto a portare a casa quel volumetto, è stato lo sguardo della sua autrice. Occhi verdi e, ho pensato vedendola, un bellissimo volto da zingara. Per sapere dopo che Vania, Vania Mancini, zingara non è, ma al mondo Rom dedica la vita. E in qualche modo, forse, ho pensato, qualcosa della luce selvaggia dei figli del vento è trasmigrata sul suo viso. Come capita succeda, fra persone che si sono amate e accompagnate a lungo.

    Vania da anni si occupa del progetto di scolarizzazione dei minori Rom con l’Arci solidarietà Lazio. E in questo libro parla del loro mondo, come non è facile parlarne. Senza ipocrisie e senza nasconderne le asperità, ma pure con quella vera curiosità e quella passione dell’uomo con cui si capisce ha inseguito e costruito il suo progetto di vita. Convinta com’è, che ‘la verità non è mai da una parte sola’…

    Pagine affollate di donne, soprattutto. Rimangono nel cuore i racconti che, nelle interviste, piccole e grandi donne Rom fanno di sé. Una frase, di A.H., che fa parte del gruppo di ballo voluto da Vania, e che ‘non è mai stata da nessun’altra parte’: “Ci piace ballare con le amiche, sentiamo la musica, ci mettiamo i vestiti adatti… sono colorati, me li ha fatti mamma, ha comprato la stoffa a Piazza Vittorio, luminosa, colorata, e li ha cuciti. Ci vogliono vestiti eleganti, che si vedano di notte e che facciano rumore”. Vestiti. Che si vedano di notte, e che facciano rumore… per ragazze che ballano. “Chejà Celen”, una bella guida per addentrarsi nelle periferia di Roma, in mondi così vicini, e che pure spesso teniamo così lontani. Per capire il perché di gesti, abitudini, bisogni. Guidati da una giovane donna che davvero sa, come gettare ponti.

    In copertina, e a corredo del libro le fotografie di Tano D’Amico, il più amato e sensibile di tutti i fotografi (parola di Vania Mancini)

    Vania Mancini. Chejà Chelen, ragazze che ballano. ed. Sensibili alle foglie

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